"Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
- Ma qual'e' la pietra che sostiene il ponte? - Chiede Kublai Kan.
- Il ponte non e' sostenuto da questa o quella pietra - Risponde Marco, -
Ma dalla linea dell'arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge:
- Perche' mi parli delle pietre? E' solo dell'arco che m'importa.
Polo risponde: - Senza pietre non c'e' arco."

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Chi arriva a Tecla, poco vede della citta', dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature,
le armature metalliche, i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci.
Alla domanda: - Perche' la costruzione di Tecla continua cosi' a lungo? - Gli abitanti senza smettere d'issare secchi,
di calare fili a piombo, di muovere in su e giu' lunghi pennelli. - Perche' non cominci la distruzione - rispondono.
E richiesti se temono che appena tolte le impalcature la citta' cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi,
soggiungono in fretta, sottovoce: - Non soltanto la citta'.

Entra HARD BRAND

Se Armilla sia cosi' perche' incompiuta o perche' demolita, se ci sia dietro un incantesimo o solo un capriccio, io lo ignoro.
Fatto sta che non ha muri, ne' soffitti, ne' pavimenti: non ha nulla che la faccia sembrare una citta',
eccetto le tubature dell'acqua, che salgono verticali dove dovrebbero essere le case e
si diramano dove dovrebbero esserci i piani: una foresta di tubi che finiscono in rubinetti, docce, sifoni, troppopieni.

Entra BUILDING